Guinea Ecuatorial/Italia
espacioseuropeos.com (1/9/2008)
El italiano Igor Cellotti, accionista mayoritario de la empresa General Work, radicada en la República de Guinea Ecuatorial, falleció en un extraño accidente de aviación el mes de junio del año pasado. Desde entonces -algo que es habitual en estos casos- la dictadura de Teodoro Obiang Nguema no ha proporcionado un solo dato acerca de aquel escabroso accidente.

Como recordaran nuestros lectores, Cellotti volaba en un «ultralijero», en compañía del español Juan Cruz Manzano, que pilotaba el aeroplano. El cadáver de Igor Cellotti quedó totalmente calcinado, así como el aparato en el que los dos volaban, pero no así su maletín y algunas otras pertenencias personales suyas, que aparecieron a los pies de su cadáver, pero intactas.  Milagrosamente Cruz Manzano, obispo de los Testigos de Jehová, salió ileso.

Como decimos, desde entonces no ha habido ninguna investigación en Guinea Ecuatorial, tendente a tratar de esclarecer ese «accidente»; sólo sabemos que Juan Cruz Manzano  -desaparecido desde entonces-, ha tratado de regresar a la ex colonia española, pero no le ha sido posible, pues Obiang no contesta a las cartas que le ha dirigido.

Ahora Obiang, libre de Igor Cellotti pretende quedarse con el total de las acciones de General Work, pero desde Italia la familia del fallecido, que detenta el 55 por ciento, no está dispuesta a ser un «bocado fácil».

Varios medios de comunicación italianos se han preocupado por este affaire, tanto en prensa escrita como radio y televisión. Tenemos constancia que se está investigando todo lo que sucedió en torno a ese «accidente».

El periódico «La Stampa», ha publicado más de un reportaje sobre la «dictadura sanguinaria» del «dittatore» Obiang Nguema.

Artículo de «La Stampa»

L’ombra dell’omicidio dietro l’incidente aereo in Guinea Equatoriale Il giallo dell’italiano in affari con il dittatore L’imprenditore friulano morto lo scorso anno

PABLO TRINCIA
Uno strano incidente aereo tra le foreste dell’Africa equatoriale, il pilota che sparisce nel nulla, il corpo carbonizzato di un imprenditore italiano e una dittatura sanguinaria che ne eredita parte delle proprieta’, aprendo un complesso contenzioso internazionale.

Sono passate le cinque del pomeriggio del 21 giugno 2007, quando un Cessna 84EN decolla da Mongomo, citta’ a Est della GUINEA Equatoriale, diretto a Bata, porto sulla sua costa atlantica. A bordo: un pilota spagnolo, Juan Cruz Manzano, e un imprenditore friulano, Igor Celotti, originario di Buja (Udine).

Intorno alle 18 e 30, a circa a meta’ tragitto, il velivolo perde quota e si schianta tra la vegetazione tropicale del distretto centrale di Niefang.

Due giorni dopo, i soccorritori scoprono, accanto all’aereo in pezzi, il cadavere carbonizzato di Celotti. Si pensa subito a un tragico incidente, ma mentre i suoi resti sono ormai irriconoscibili, Juan Cruz Manzano -seppur in stato confusionale- e’ praticamente illeso. E appare intatta la valigetta dell’italiano. Le autorita’ equatoGUINEAne chiudono quasi subito il caso. Il pilota spagnolo viene medicato in Camerun, da dove sparira’.

La salma di Igor Celotti, dopo un funerale solenne con le piu’ alte cariche del piccolo Stato africano, viene sigillata in una bara e riportata in Italia, dove lo attendono la vedova e due figli piccoli.

Ad oggi, ne’ in GUINEA Equatoriale ne’ in Italia e’ partita alcuna indagine sull’incidente. Ma alcuni, che per affari o amicizia erano vicini all’imprenditore italiano, hanno rivelato a La Stampa la propria teoria: non e’ stato un incidente. L’ipotesi e’ che Igor Celotti gestisse un giro d’affari che faceva gola a molti, e che avesse rapporti commerciali e non con personaggi di dubbia reputazione, cominciando dai membri del governo equatoGUINEAno (la maggior parte degli intervistati ha chiesto l’anonimato).

Ma cominciamo in ordine cronologico: classe 1961, Igor Celotti si trasferisce in GUINEA Equatoriale a meta’ Anni 90 come tecnico per un’azienda italiana di costruzioni. L’ex colonia spagnola e’ poverissima ed e’ governata dal dittatore Theodoro Obiang Nguema, al potere da 1979. La corruzione e’ endemica, gli affari vanno male e l’azienda chiude.

Ma nel 1996 il governo scopre di avere un mare di petrolio: il Paese diventa il terzo produttore africano. Lo stato ha fiumi di denaro da investire, o da nascondere nei conti esteri della famiglia del presidente (nel 2003 un’inchiesta del Senato statunitense scopre conti milionari di Obiang Nguema e famiglia nella Riggs Bank di Washington).

Celotti torna in Italia e chiede un aiuto all’imprenditore Giulio Cistaro, che gli fornisce capitali, macchinari e lo mette a capo della General Work (G. W.)  GUINEA ECUATORIAL. La societa’ cannibalizza appalti di strade, acquedotti, palazzi governativi, opere marittime. L’azienda fattura grosse somme, Celotti diventa amico del presidente Nguema e della sua cricca. Tutto fila liscio, fino al 21 giugno scorso.

Secondo un imprenditore italiano vicino a Celotti, l’uomo sarebbe stato vittima di un raggiro che ha come protagonista Juan Cruz Manzano, il pilota sparito: «Manzano aveva una procura generale sui conti esteri di Celotti che nessuna indagine ha bloccato». Ma c’e’ parla di un complotto da parte del governo equatoGUINEAno. Lo sostiene un ex agente dei servizi segreti dello Stato africano e amico di Celotti (che chiede di essere chiamato «Santiago Ndong» ): «Celotti versava molti soldi dei ricavi degli appalti pubblici ai membri del governo, ma finanziava anche l’opposizione. Il presidente e il suo governo hanno cominciato a sospettare di lui. Perche’, oggi, la famiglia del presidente controlla il 45% della GUINEA General Works?».

Un uomo d’affari italiano che lavorava con l’imprenditore friulano, sostiene che Celotti avesse lucrose attivita’ in Gabon, in Austria e Romania e in Medio Oriente e gestisse i propri affari attraverso societa’-fantasma, tra cui la Rangerbourg Panama, con la quale sarebbe entrato in possesso, grazie a una falsa cessione notarile, della societa’ GW GUINEA ECUATORIAL, sottraendola al proprietario Giulio Cistaro. Sulla vicenda e’ aperta una disputa legale.

Il restante 55% della societa’, gestita oggi in GUINEA da Gimmy Ricci, affarista che in Italia ha avuto guai con la giustizia, sarebbe in mano alla famiglia dell’imprenditore scomparso. Sempre secondo questa fonte, non sarebbe stato esaminato il dna sul corpo dell’imprenditore perche’ non richiesto dai parenti. Un portavoce della famiglia di Celotti non ha rilasciato dichiarazioni.

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